Qui sotto avete un elenco di links (collegamenti) a siti che riguardano il linguaggio del corpo.
Il vostro compito è quello di consultarli e al termine di rispondere alla seguente domanda:
Cosa e come comunichiamo con il nostro corpo?
Ripondete lasciando un commento con il vostro nome, io provvederò a stamparlo e a valutarlo.
buon lavoro
FDB
http://www.linguaggiodelcorpo.it/
http://www.lugano-ticino.com/psicologia/test-di-psicologia-le-espressioni-del-corpo.php
http://www.romaexplorer.it/divertimento-online/test/linguaggio_corpo.asp
http://www.webalice.it/riccar56/files/comunicazione/linguaggiocorpo.htm
http://www.lastradaweb.it/article.php3?id_article=867
http://www.marginalia.it/mediawiki/index.php/Repossi_Andrea_Manuel
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23 commenti:
bella vekkio vai così!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
profeeeeeeeeeee
il nostro volto è una macchina soffisticata e complicata...possiamo esprimere molte emozioni in base alla situazione...
in base alle circostanze e al luogo,
perchè se siamo con persone importanti siamo sempre un pò agitate e tendiamo a mantenere un distacco per paura di essere giudicati da quella persona, o tendiamo a prendere posizioni
del corpo che fanno capire che noi
siamo a disagio.
e quindi secondo me è una gran cavolata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
no dai skerzo nn è una cavolata!
è molto importante per noi tutti. e può rendere il mondo migliore
(=
Noi con il nostro corpo possiamo comunicare tante cose.anche senza accorgercene.I modi sono infiniti…
Accarezzarsi il volto, abbassare lo sguardo, tenere le braccia conserte o muovere i piedi sotto il tavolo: sono gesti che compiamo continuamente e, spesso, inconsapevolmente, ma che hanno un significato. Il nostro corpo comunica. Le parole vengono dopo.Questi gesti fanno vedere lo stato d’animo,che in questo caso,sta tormentando la persona.
Un altro segnale può essere la POSTURA del corpo, cioè la posizione che ciascuno assume con il corpo, è un segnale non verbale involontario, meno controllabile del volto o del tono della voce e in grado di svelare sentimenti nascosti...
Ad esempio abbiamo fatto un esperimento in classe:abbiamo fatto uscire dalla classe una compagna,e quando è rientrata tutti ci siamo messi a guardarla mentre parlava e a osservare tutte le sue espressioni,il MUOVERE le braccia e le gambe. Alla fine abbiamo constatato che anche se lei non lo diceva si vedeva che all’inizio era molto imbarazzata,e per compensare la paura si muoveva e il colore del viso è cambiato molto.
Il linguaggio non verbale si può dividere in molti altri aspetti:
• PARALINGUISMO:L’utilizzo dei toni della voce del parlante è il primo importante segnale di comunicazione. La capacità di persuasione percepita da chi ascolta varia in relazione a velocità di esposizione, volume del discorso, assenza di esitazioni, sottolineature tonali.
• PROSSEMICA:La distanza interpersonale che gli individui mantengono quando interagiscono in una conversazione “normale” è tra il metro e venti e il metro e mezzo. Variazioni di qualche decina di centimetri in più e in meno provocano sensazioni di disagio. La quantità di spazio che le persone lasciano è un importante fattore di comunicazione. Ciò che abitualmente si definisce con il termine intimità è, fra le altre cose, un annullamento della distanza relazionale considerata normale tra semplici conoscenti.
• SGUARDO:Gli individui sono naturalmente più propensi a inviare sguardi alle persone che preferiscono piuttosto che a quelle che non preferiscono. Gli sguardi reciproci sono più numerosi tra le persone legate da un sentimento positivo. L’insieme della combinazione sguardo-distanza deve sempre essere adeguato alla situazione. Lo squilibrio di uno di questi due fattori viene spesso recuperato sull’altro piano. Alcune situazioni tipiche (luoghi affollati) fanno registrare una significativa riduzione compensativa degli sguardi reciproci. Lo sguardo è anche indice di potere nella relazione: quando un interlocutore mantiene insistentemente lo sguardo sull’altro che invece spesso guarda altrove, si può ritenere che il primo possegga un ruolo di maggior potere.
Russo Sofia
nn è una presa in giro!!!!!!!
La postura, cioè la posizione che ciascuno assume con il corpo, è un segnale non verbale involontario, meno controllabile del volto o del tono della voce e in grado di svelare sentimenti nascosti...
Il linguaggio posturale riguarda il modo complessivo con cui ci poniamo con il nostro corpo, di fronte all’interlocutore. Possiamo avere una postura difensiva, quando tendiamo a ritrarci con il corpo, passiva, quando stiamo accasciati sulla sedia, esibitoria, quando mettiamo in evidenza una parte del corpo che riteniamo ci valorizzi particolarmente, o ancora aggressiva, protesa in avanti. In particolare, le gambe non incrociate e leggermente aperte comunicano apertura al dialogo, mentre le gambe incrociate mostrano una minore disponibilità, o addirittura di noia, frustrazione ed aggressività, se le facciamo dondolare. Gambe e piedi sono spesso puntati verso la persona che maggiormente ci interessa.Durante la conversazione gli interlocutori producono dei movimenti, ma sono assai diversi tra chi parla e chi ascolta. Principalmente chi parla tende a sottolineare ciò che sta dicendo con dei gesti per ridurre la possibilità che chi ascolta fraintenda il messaggio complessivo. Chi ascolta tende a fornire al parlante dei feedback comunicativi (movimenti del capo, mimica facciale) che raffigurano il parlante. Quando l’ascoltatore intende intervenire nel colloqui segnala questa volontà attraverso un movimento del corpo. Nel caso la richiesta venga ignorata dal parlante i movimenti del corpo dell’ascoltatore diventeranno più marcati.
NICOLA CORà
come comunichiamo con il nostro corpo ???
La postura è un modo involontario di comunicare del nostro corpo ,può riflettere lo stato d’animo e la posizione sociale di una persona . Alcune vengono messe in atto solo in luoghi e circostanze particolari . nella vita di ogni giorno l’uomo compie un sacco di gesti con la quale comunica alla gente.
Federico gerometta
io ho fatto 2 commenti
mattia dal cavaliere
COSA E COME COMUNICHIAMO CON IL NOSTRO CORPO?
Sulla base di queste azioni involontarie (giocare con l'anello, pizzicarsi il naso, grattarsi la nuca o aggiustarsi un polsino e numerosi altri comportamenti simili sono tutti segnali che produciamo senza sosta, in modo del tutto inconscio e senza motivo apparente) che sviluppiamo sentimenti di attrazione, diffidenza o disagio nei nostri comuni rapporti umani.
Si comunica più con il corpo che con le parole o la voce: solo il 7% di ciò che vogliamo comunicare passa, infatti, attraverso le parole; il 38% è legato all’intonazione della voce e al ritmo con cui parliamo, mentre il rimanente 55% passa attraverso il cosiddetto linguaggio del corpo.
Se abbiamo scarsa consapevolezza di quello che il nostro corpo comunica, ci sfuggono molti dei messaggi che lanciamo agli altri.
Il linguaggio del corpo è legato ad una ricca serie di segnali:
Le espressioni facciali disegnano una ricchissima gamma di stati d’animo ed accompagnano il succedersi delle nostre reazioni emotive durante la comunicazione. Queste reazioni sono segnalate dall’espressività dello sguardo, dalla dinamica di ciglia e fronte, dalla rigidità o rilassatezza del mento, e dalle espressioni della bocca.
Giulia Fattori
questa materia ci fa capire quanto complesso sia il nostro corpo
il nostro viso è una macchina suffisticata e complicata...possiamo esprimere molte emozioni in base alla situazione...paola...
Il nostro corpo comunica attraverso dei segnali che si dividono in:
1.EMBLEMI: es. annoverare il segnale dell’ok o dell’autostop
2.UNIVERSALI: cioè quelli condivisi da tutti e che rivelano emozioni. Tra questi, possiamo citare l’accarezzarsi i capelli, il leccarsi le labbra, il toccarsi il naso, il togliersi una secrezione lacrimale, lo stare a braccia conserte…
Si comunica più con il corpo che con le parole o la voce
Ciò significa che se abbiamo scarsa consapevolezza di quello che il nostro corpo comunica, ci sfuggono molti dei messaggi che lanciamo agli altri, il che, ovviamente, può rivelarsi problematico.
Il linguaggio del corpo è legato ad una ricca serie di segnali, che possono, un po’ schematicamente, essere classificati come segue.
-Espressioni facciali: disegnano una ricchissima gamma di stati d’animo e accompagnano il succedersi delle nostre reazioni emotive durante la comunicazione. Possono essere segnalate dall’espressività dello sguardo, dalla dinamica di ciglia e fronte, dalla rigidità o rilassatezza del mento, dalla vasta gamma espressiva come il sorriso o il pianto.
-Gestualità: come ben sapevano gli oratori antichi, è una risorsa espressiva potente, anche se viene sfruttata diversamente nelle differenti culture.
Marcella Biasin
IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Contrariamente a quello che saremmo portati a pensare, si comunica più con il corpo che con le parole o la voce.
1- Le espressioni facciali: possono mostrare molti stati d’ animo accompagnati dalle nostre reazioni. L’ espressione facciale più importante è quella degli occhi: la loro dinamica, il loro movimento…
2- La gestualità: è una risorsa espressiva potente la gestualità, in teoria, potremmo controllarla visivamente.
3- Il linguaggio posturale riguarda il modo complessivo con cui ci poniamo con il nostro corpo, di fronte all’interlocutore. Possiamo avere una postura difensiva, quando tendiamo a ritrarci con il corpo, passiva, quando stiamo accasciati sulla sedia, esibitoria, quando mettiamo in evidenza una parte del corpo che riteniamo ci valorizzi particolarmente, o ancora aggressiva, protesa in avanti. In particolare, le gambe non incrociate e leggermente aperte comunicano apertura al dialogo, mentre le gambe incrociate mostrano una minore disponibilità, o addirittura di noia, frustrazione ed aggressività, se le facciamo dondolare. Gambe e piedi sono spesso puntati verso la persona che maggiormente ci interessa.
4- Anche il modo di vivere le nostre relazioni spaziali con gli altri, studiato dalla prossemica, dice molto sulla qualità del rapporto che abbiamo con loro. L’antropologo E. T. Hall ha compiuto studi dai quali emergono che le distanze minime tollerate rispetto agli altri sono ben definite, anche se soggette a variazioni soggettive anche ampie, a seconda della qualità e del tipo di interazione e rapporto che abbiamo con gli altri. Da 0 a 45 centimetri abbiamo, mediamente, una distanza intima, entro la quale tendiamo ad accettare la sola presenza di persone alle quali siamo affettivamente molto legati; quando, in situazioni di necessità, una persona diversa entra in questa fascia, avvertiamo generalmente disagio o fastidio. Da 45 a 150 centimetri abbiamo la fascia personale, divisa in due sottofasce, vicina (45-75 cm) e lontana (75-120 centimetri); in questa fascia si collocano interlocutori conosciuti, con i quali abbiamo un rapporto di tipo non impersonale, ma non particolarmente forte (p. es. con colleghi di lavoro). Nella fascia della distanza sociale, fra 120 e 350 centimetri, si collocano gli interlocutori in un rapporto formale, per esempio d’affari (venditore-cliente). L’ultima fascia, oltre i 350 cm, è quella pubblica, e si ha generalmente nei rapporti uno-molti (p.es. docente – classe). È interessante notare che, da cultura a cultura, l’ampiezza e l’articolazione di queste fasce varia (nei popoli angolosassoni tendono ad essere più ampie) e che le intrusioni nelle fasce intime altrui posso anche essere un segno del proprio potere, come accade quando un dirigente occupa, in piedi, la zona intima del proprio dipendente.
fiorella P.
Noi con il nostro corpo possiamo comunicare molte cose senza rendercene conto.
Ad esempio quando mentiamo ci viene spontaneo toccarci il viso, metterci le dita tra i capelli, muoverci in modo nervoso, o guardare per terra senza rendercene conto dei nostri movimenti che invece una persona esterna può benissimo capire.
Altro modo di comunicare per esempio l’imbarazzo, c’è chi diventa rosso in faccia, chi invece non riesce più a parlare o chi invece comincia a respirare in modo più accentuato, come nell’esempio di prima noi non possiamo evitare questi comportamenti ed è per questo che alla persona con cui stiamo parlando vien spontaneo pensare che siamo in imbarazzo!
Oppure si può capire quanto una persona sia sociale o timida solo vedendo quando si trova in un posto nuovo con persone che non si conoscono come si comporta e dove si colloca, una persona sociale andrà dalla prima persona che gli capita davanti e per non restare da sola cercherà di aprire una comunicazione con lei, invece una persona timida farà tutt’altro si chiuderà in se stesso e aspetterà che sia qualcun altro che vada a parlarle!
Ci sarebbero mille altre cose da dire su come poter capire le persone e i modi che ha il nostro corpo di comunicare, ma se scrivessi tutto non finirei più!! Anche perché questi argomenti mi attirano molto!!
Salve prof!!:-D
Alice Biasin:-)
COSA E COME COMUNICHIAMO CON IL NOSTRO CORPO?
IL LINGUAGGIO DEL NOSTRO CORPO
Contrariamente a quello che saremmo portati a pensare, si comunica più con il corpo che con le parole o la voce. Il linguaggio del corpo è legato ad una ricca serie di segnali, che possono, un po’ schematicamente, essere classificati come segue. Le espressioni facciali disegnano una ricchissima gamma di stati d’animo ed accompagnano il succedersi delle nostre reazioni emotive durante la comunicazione. Queste reazioni, infatti, sono segnalate dall’espressività dello sguardo e dai suoi giochi, dalla dinamica di ciglia e fronte, dalla rigidità o rilassatezza del mento, dalla vasta gamma espressiva che si distende sull’arco ostilità-inespressività-sorriso-riso ed è legata alla bocca. Bisogna tener presente che non tutte le persone sono ugualmente consapevoli di ciò che comunicano con il volto, che vi è una certa variabilità soggettiva (vi sono, per esempio, persone che appaiono particolarmente grintose o corrucciate mentre sono, semplicemente, soprappensiero o concentrate in un compito), che vi sono persone abbastanza abili a simulare (mostrare emozioni che non hanno) e dissimulare (nascondere emozioni che hanno), per cui è imprudente affidarsi, nell’interpretazione degli stati d’animo altrui, solamente a questo codice: possiamo incorrere in fraintendimenti anche grossolani. La gestualità, come ben sapevano gli oratori antichi, è una risorsa espressiva potente, anche se viene sfruttata diversamente nelle differenti culture (nella cultura anglosassone, per esempio, si tende a privilegiare il valore dell’aplomb e di una certa inibizione dei gesti). Mentre non possiamo vedere l’espressione del nostro viso, la gestualità, in teoria, potremmo controllarla visivamente; tuttavia per lo più è posta in atto inconsapevolmente, anche se ci si può allenare a conoscerla ed a valutarla per meglio sfruttarla o corregGERLA. riguarda il modo complessivo con cui ci poniamo con il nostro corpo, di fronte all’interlocutoregerla.
MADDALENA BELLOTTO
COSA E COME COMUNICHIAMO CON IL NOSTRO CORPO?
Accarezzarsi il volto, abbassare lo sguardo, tenere le braccia conserte o muovere i piedi sotto il tavolo: sono gesti che compiamo continuamente e, spesso, inconsapevolmente, ma che hanno un significato. Il nostro corpo comunica. Le parole vengono dopo.
IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Contrariamente a quello che saremmo portati a pensare, si comunica più con il corpo che con le parole o la voce.
Il linguaggio del corpo è legato ad una ricca serie di segnali.
1- Le espressioni facciali disegnano una ricchissima gamma di stati d’animo. Queste reazioni, infatti, sono segnalate dall’espressività dello sguardo dalla dinamica di ciglia e fronte, dalla rigidità o rilassatezza del mento, dalla vasta gamma espressiva . Possiamo essere noi stessi, a nostra volta, a lanciare segnali che si prestano ad essere equivocati; di qui l’importanza di conoscere la peculiarità del nostro comunicare con il volto, attraverso esercizi allo specchio, per poi poter correggere, con la metacomunicazione, i segnali che possono essere fraintesi. Il colorito del volto rivela spesso le emozioni, come tutti sanno: arrossire denota un’emozione improvvisa e forte, impallidire un improvvisa tensione o spavento. Le irregolarità nel respiro e nella sudorazione sono anch’esse legate ad emozioni, ed ansia. In particolare, un respiro breve ed irregolare denota ansia, nervosismo, tensione.
2- La gestualità, come ben sapevano gli oratori antichi, è una risorsa espressiva potente, anche se viene sfruttata diversamente nelle differenti culture (nella cultura anglosassone, per esempio, si tende a privilegiare il valore dell’aplomb e di una certa inibizione dei gesti). Mentre non possiamo vedere l’espressione del nostro viso, la gestualità, in teoria, potremmo controllarla visivamente; tuttavia per lo più è posta in atto inconsapevolmente, anche se ci si può allenare a conoscerla ed a valutarla per meglio sfruttarla o correggerla. Le ricerche sulla gestualità mettono in luce il significato tipico di un certo modo di usarla:
grattarsi la testa significa essere perplessi, toccarsi il naso significa essere in dubbio, strofinarsi il collo significa sentirsi in collera o frustrati, tirarsi leggermente le orecchie significa voler interrompere la comunicazione, torcersi le mani significa essere in una situazione di forte disagio od angoscia. Affermare la propria sincerità o la propria non responsabilità, stare a braccia conserte significa temere di esporsi nella comunicazione. Come si può facilmente comprendere, si tratta di segnali comunicativi .
3- Il linguaggio posturale riguarda il modo complessivo con cui ci poniamo con il nostro corpo, di fronte all’interlocutore. In particolare, le gambe non incrociate e leggermente aperte comunicano apertura al dialogo, mentre le gambe incrociate mostrano una minore disponibilità.
GUADIN LUCIA
Giocare con l'anello, pizzicarsi il naso, grattarsi la nuca o aggiustarsi un polsino e numerosi altri comportamenti simili sono tutti segnali che produciamo senza sosta, in modo del tutto inconscio e senza motivo apparente.. Tra questi, possiamo citare l’accarezzarsi i capelli, il leccarsi le labbra, il toccarsi il naso, il togliersi una secrezione lacrimale, lo stare a braccia conserte o il muovere i piedi. . eppure é proprio sulla base di queste azioni involontarie che sviluppiamo sentimenti di attrazione, diffidenza o disagio nei nostri comuni rapporti umani. Si può capire quali emozioni sta provando una persona soltanto osservandola con attenzione. E può capitare che il nostro interlocutore, con uno sguardo o un sorriso, dica l’esatto opposto di quanto sta sostenendo. Il sesso è uno dei modi di dare e ricevere sicurezza, affetto, intimità: parlate con il corpo, e questa vostra sincerità si esprime anche a livello verba a costo di crearvi delle antipatie.
Le espressioni facciali disegnano una ricchissima gamma di stati d’animo ed accompagnano il succedersi delle nostre reazioni emotive durante la comunicazione
lara maria
COSA E COME COMUNICHIAMO CON IL NOSTRO CORPO?
Accarezzarsi il volto, abbassare lo sguardo, tenere le braccia conserte o muovere i piedi sotto il tavolo: sono gesti che compiamo continuamente e, spesso, inconsapevolmente, ma che hanno un significato. Il nostro corpo comunica. Le parole vengono dopo.
Secondo me noi comunichiamo sempre con il nostro corpo anche se noi non vogliamo .Le nostre emozioni le possiamo comunicare con gesti cioè:con le braccia con le gambe , ma anche con l’espressione del viso : gli occhi , il naso, la bocca e gli occhi.
Si può capire quali emozioni sta provando una persona soltanto osservandola con attenzione. E può capitare che il nostro interlocutore, con uno sguardo o un sorriso, dica l’esatto opposto di quanto sta sostenendo con le parole.
Certe volte le parole possono far male a una persona e quindi provocare un calo di fiducia da parte dalle persone
rossella
Con il linguaggio si possono trasmettere tante cose,lo sguardo,il modo di parlare,la postura,il modo di parlare o di comunicare con le persone che ti accompagnano nella vita quotidiana,amici,vicini,genitori,parenti…
Ad esempio quando ci si vergogna di parlare con una persona la quale hai un certo affetto,che conosci da poco,questo provoca imbarazzo,insicurezza,diventi fredda e non sai cosa dire,magari per rompere il ghiaccio fare una stupida,come:”scusa sai che ore sono?”.Sei molto insicura di quello che fai.
Il corpo per voi è una parte fondamentale della vita. Nei rapporti interpersonali gli atteggiamenti e i gesti costituiscono la base del rapporto stesso
1- Le espressioni facciali disegnano una ricchissima gamma di stati d’animo ed accompagnano il succedersi delle nostre reazioni emotive durante la comunicazione. Queste reazioni, infatti, sono segnalate dall’espressività dello sguardo e dai suoi giochi, dalla dinamica di ciglia e fronte, dalla rigidità o rilassatezza del mento, dalla vasta gamma espressiva che si distende sull’arco ostilità- inespressività- sorriso-riso ed è legata alla bocca. Bisogna tener presente che non tutte le persone sono ugualmente consapevoli di ciò che comunicano con il volto, che vi è una certa variabilità soggettiva (vi sono, per esempio, persone che appaiono particolarmente grintose o corrucciate mentre sono, semplicemente, soprappensiero o concentrate in un compito), che vi sono persone abbastanza abili a simulare (mostrare emozioni che non hanno) e dissimulare (nascondere emozioni che hanno), per cui è imprudente affidarsi, nell’interpretazione degli stati d’animo altrui, solamente a questo codice: possiamo incorrere in fraintendimenti anche grossolani. Possiamo essere noi stessi, a nostra volta, a lanciare segnali che si prestano ad essere equivocati; di qui l’importanza di conoscere la peculiarità del nostro comunicare con il volto, attraverso esercizi allo specchio, per poi poter correggere, con la metacomunicazione, i segnali che possono essere fraintesi (usando formule del tipo: “Può darsi che ti sembri arrabbiamo od ostile in questo periodo, ma sono solo concentrato su un compito, un problema , o preoccupato per qualcosa,…”). Il colorito del volto rivela spesso le emozioni, come tutti sanno: arrossire denota un’emozione improvvisa e forte, impallidire un improvvisa tensione o spavento. Le irregolarità nel respiro e nella sudorazione sono anch’esse legate ad emozioni, ed ansia. In particolare, un respiro breve ed irregolare denota ansia, nervosismo, tensione.
2- La gestualità, come ben sapevano gli oratori antichi, è una risorsa espressiva potente, anche se viene sfruttata diversamente nelle differenti culture (nella cultura anglosassone, per esempio, si tende a privilegiare il valore dell’aplomb e di una certa inibizione dei gesti). Mentre non possiamo vedere l’espressione del nostro viso, la gestualità, in teoria, potremmo controllarla visivamente; tuttavia per lo più è posta in atto inconsapevolmente, anche se ci si può allenare a conoscerla ed a valutarla per meglio sfruttarla o correggerla. Le ricerche sulla gestualità mettono in luce il significato tipico di un certo modo di usarla:
grattarsi la testa significa essere perplessi o in difficoltà, toccarsi il naso significa essere in dubbio, strofinarsi il collo significa sentirsi in collera o frustrati, tirarsi leggermente le orecchie significa
Molti pensano che l’uomo possa comunicare solo attraverso le parole ma non sa che la maggior parte della comunicazione avviene anche grazie al linguaggio del corpo. Noi possiamo comunicare oltre che con le parole anche con le espressioni facciali che accompagnano tutti i nostri stati d’animo come il sorriso, il pianto la tristezza ecc. Altri modi nei quali si può comunicare è attraverso l’utilizzi della gestualità ad esempio tendiamo a strofinarci le mani in una situazione di angoscia, toccarci i capelli quando ci sentiamo a disagio, grattarsi il naso quando siamo in una situazione di difficoltà altri moltissimo modi. Abbiamo anche il linguaggio posturale attraverso il quale osservando una persona è possibile vedere lo stato d’animo nel quale si trova. Un esempio potrebbe essere un individuo che si trova “stravaccato” osservandolo la sensazione che provoca è di noia,stanchezza e poco interesse ad esempio se sta ascoltando la lezione.
GIORGIA
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