
Ricerca le autentiche indicazione scritte nel 1558 da Giovanni Della Casa.
Lascia poi nei commenti:
- ciò che ti ha colpito maggiormente;
- le indicazioni ancora attuali e quelle oramai desuete
buon lavoro
Flavio DB
Questo blog è uno spazio per condividere idee, progetti, opinioni. Per crescere, ricercare e imparare insieme.
6 commenti:
ehilà proffe!!!
2)[Le azioni si devono fare non a proprio arbitrio
per il piacere di coloro coi quali si è in compagnia]
3)[Cose laide da non fare o nominare]
4)[A tavola: modi dei commensali e dei servitori]
Dee adunque l'uomo costumato guardarsi di non ugnersi le dita sì che la tovagliuola ne rimanga imbrattata, percioché ella è stomachevole a vedere; et anco il fregarle al pane che egli dee mangiare, non pare polito costume. I nobili servidori, i quali si essercitano nel servigio della tavola, non si deono per alcuna condizione grattare il capo né altrove dinanzi al loro signore quando e' mangia, né porsi le mani in alcuna di quelle parti del corpo che si cuoprono, né pure farne sembiante, sì come alcuni trascurati famigliari fanno, tenendosele in seno, o di dirieto nascoste sotto a' panni; ma le deono tenere in palese e fuori d'ogni sospetto, et averle con ogni diligenza lavate e nette, sanza avervi sù pure un segnuzzo di bruttura in alcuna parte.
5)[Comportamenti da tenere in compagnia degli altri]
Male fanno similmente coloro che ad ora ad ora si traggono una lettera della scarsella e la leggono; peggio ancora fa chi, tratte fuori le forbicine, si dà tutto a tagliarsi le unghie, quasi che egli abbia quella brigata per nulla e però si procacci d'altro sollazzo per trapassare il tempo. Non si deono anco tener quei modi che alcuni usano: cioè cantarsi fra' denti o sonare il tamburino con le dita o dimenar le gambe; percioché questi così fatti modi mostrano che la persona sia non curante d'altrui.
6)[Bisogna adattarsi alle usanze degli altri nel modo
di vestirsi, di tagliarsi i capelli e la barba]
7) [Non avere a tavola modi violenti o noiosi o sconci]
8)(Utilità della ritrosia ma senza eccessi)Ritrosi sono coloro che vogliono ogni cosa al contrario degli altri, sì come il vocabolo medesimo dimostra; ché tanto è a dire a ritroso quanto a rovescio.
8)(Non si devono usare modi vezzosi come quelli delle donne)
9)[Evitare argomenti che non interessano o temi sottili difficili da capire]
10)[Condanna dei bestemmiatori e di coloro che raccontano i propri sogni]
11)[l'educazione deve essere impartita fin nella più tenera età]
queste sono le regole che più hanno colpito ci hanno colpito perchè partendo dalla numero 2 pensiamo che non necessriamente ogni cosa che si dice deve perforza interessare agli altri perchè non tutti hanno le stesse idee e stessi punti di vista ed è utile anche saper ascoltare anche se non piace quel che la persona altrui dice.Per quanto riguarda la numero 3 quello che pensiamo è che in pubblico certi comportamenti bisognerebbe evitarli per il rispetto altrui , sempre in base al contesto in cui ci si trova.Giustamente la numero 4 è corretta perche l'igiene sta al primo posto e certi comportamenti fanno pure passare la fame.Quando si è in compagnia degli altri è giusto comportarsi in modo rispettoso perchè il rispetto è la prima cosa.Non siamo d'accorso sulla numero 6 perchè in base a che cosa gli individui decidono su che usanza adattarsi?? non se ne esce più quindi ognuno dovrebbe avere le proprio usanze rispettando la propria cultura senza dare fastidia alla cultura altrui.Non è giusto che gli altri decidano per me come devo vestirmi ecc ognuno è libero di vestirsi come vuole.l'educazione deve essere trasmessa fin dall'inizio perchè è importante da subito saper educare ed essere educati..chi è educato fin dall'inizio è in grado di vivere civilmente con le persone..
bro & niki
• L’esser tenero e vezzoso anco si disdice assai, e massimamente agli uomini, percioché l’usare con sì fatta maniera di persone non pare compagnia, ma servitù.
• Per la qual cosa non è dilettevol costume lo essere così voglioso di correggere e di ammaestrare altrui; e deesi lasciare che ciò si faccia da’ maestri e da’ padri, da’ quali pure perciò i figliuoli et i discepoli si scantonano tanto volentieri quanto tu sai che e’ fanno!
• Non si dee alcuno spogliare, e spezialmente scalzare, in publico.
• E chi fa strepito con la bocca per segno di maraviglia e talora di disprezzo, si contrafà cosa laida, sì come tu puoi vedere; e le cose contrafatte non sono troppo lungi dalle vere. Non si voglion fare cotali risa sciocche, né anco grasse o difformi, né rider per usanza e non per bisogno, né de' tuoi medesimi motti voglio che tu ti rida, che è un lodarti da te stesso.
• Non istà bene grattarsi sedendo a tavola.
• Non istà medesimamente bene a fregarsi i denti con la tovagliuola e meno col dito, che sono atti difformi; né risciacquarsi la bocca e sputare il vino sta bene in palese.
QUESTE SONO LE FRASI CHE MI HANNO COLPITO.BRAVE NICOLE E GIULIA B CHE AVETE ANCHE COMMENTATO:-)
Le frasi del galateo che ci hanno colpito…
-Non si dee alcuno spogliare, e spezialmente scalzare, in publico, cioè là dove onesta brigata sia, ché non si confà quello atto con quel luogo, e potrebbe anco avenire che quelle parti del corpo che si ricuoprono si scoprissero con vergogna di lui e di chi le vedesse.
- E chi fa strepito con la bocca per segno di maraviglia e talora di disprezzo, si contrafà cosa laida, sì come tu puoi vedere; e le cose contrafatte non sono troppo lungi dalle vere.
- Ora, che debbo io dire di quelli che escono dello scrittoio fra la gente con la penna nell'orecchio? E di chi porta il fazzoletto in bocca? O di chi l'una delle gambe mette in su la tavola? E di chi si sputa in su le dita? E di altre innumerabili sciocchezze? le quali né si potrebbon tutte raccorre, né io intendo di mettermi alla pruova: anzi, saranno per aventura molti che diranno queste medesime che io ho dette essere soverchie.
- L’esser tenero e vezzoso anco si disdice assai, e massimamente agli uomini, percioché l’usare con sì fatta maniera di persone non pare compagnia, ma servitù: e certo alcuni se ne truovano che sono tanto teneri e fragili, che il vivere e dimorar con esso loro niuna altra cosa è che impacciarsi fra tanti sottilissimi vetri: così temono essi ogni leggier percossa, e così conviene trattargli e riguardargli
Luisa & Giulia
Il Galateo overo de' costumi è un breve trattato scritto da Giovanni Della Casa (1503-56) probabilmente negli anni in cui si ritirò a Nervesa, paese del trevigiano, tra il 1551 e il 1555, e pubblicato postumo nel 1558. L'opera era stata preceduta da un breve trattato in latino sullo stesso argomento, il De officiis inter tenuiores et potentiores amicos (1546). Allusioni indirette presenti nel testo del Galateo fanno ritenere che il trattato sia stato scritto tra il 1550 e il 1552, in un periodo di tranquillità seguito alla rinuncia di molte sue cariche e precedente la nomina a Segretario di stato voluta da Papa Paolo IV. L'opera fu dedicata a Galeazzo Florimonte, vescovo prima di Aquino e poi di Sessa Aurunca (da ciò il titolo dell'opera, infatti Galatheus è la forma latina del nome del dedicatario).Le edizioni del Galateo si rifanno sostanzialmente al testo del manoscritto Vaticano Latino (ex Parraciani Ricci) apografo ma con correzioni autografe (ha valore quindi di autografo) e all'editio princeps (Vulgata) edita a Venezia e curata da Erasmo Gemini (segretario di Della Casa).La problematicità della scelta delle due lezioni proviene dal fatto che solo il manoscritto è certificato come lezione d'autore (correzioni di Della Casa stesso) mentre discutibile è lo sviluppo del testo nella princeps: per una corretta focalizzazione sulla differenza tra varianti diventa importante il confronto tra l'edizione critica Scarpa (basata tuttalpiù sulla princeps e influenzata dal lavoro di Prezzolini) e l'edizione a cura di Barbarisi (con il riferimento del Vaticano Latino).
Capitoli dei Galateo
1. Ideale di vita: i buoni costumi sono utili alla società.
2. Le azioni si devono fare non a proprio arbitrio ma per il piacere di coloro coi quali si è in compagnia
3. Cose laide da non fare o nominare
4. Aneddoto di Messer Galateo e del Conte Ricciardo
5. A tavola: modi dei commensali e dei servitori
6. Comportamenti da tenere in compagnia degli altri
7. Bisogna adattarsi alle usanze degli altri nel modo di vestirsi, di tagliarsi i capelli e la barba
8. Non avere a tavola modi violenti o noiosi o sconci; aneddoto di Messer Bandinelli
9. Utilità della ritrosia ma senza eccessi
10. Non si devono usare modi vezzosi come quelli delle donne
11. Evitare argomenti che non interessano o temi sottili difficili da capire
12. Condanna dei bestemmiatori e di coloro che raccontano i propri sogni - il sogno di Messer Flaminio Tomarozzo
13. Contro i millantatori e i bugiardi o coloro che si vantano
14. Sul linguaggio da tenere durante la conversazione: chiarezza, onestà; evitare parole sconce o dal doppio senso o le cerimonie fatte per tornaconto o per adulazione
15. Conclusione contro le cerimonie, perché degli uomini malvagi e sleali
16. Sulle cerimonie per debito o per vanità - le cerimonie imposte dalla legge da usare tenendo conto del luogo e delle usanze - aneddoto di Edipo e Teseo
17. Non usar cerimonie fuor del convenevole per non essere vanitosi
18. Le persone schifano l'amicizia dei maldicenti - condanna dell'eccesso del dar consigli
19. Bando agli scherni e alle ingiurie - occorre saper fare bene le beffe
20. Sui motti di spirito
21. Il conversare disteso deve rappresentare le usanze, gli atti e i costumi
22. Sul linguaggio da tenere durante la conversazione: chiarezza, onestà; evitare parole sconce o dal doppio senso
23. Prima di parlare bisogna sapere cosa dire - il tono della voce - scelta delle parole dal miglior suono e dal miglior significato
24. Lasciare che anche gli altri parlino - non interrompere qualcuno quando parla - il soverchio dire reca fastidio, il soverchio tacere odio
25. Aneddoto del Maestro Chiarissimo - il costume e la ragione sono i maestri per porre freno alla natura - l'educazione deve essere impartita fin nella più tenera età
26. La bellezza femminile: convenevole misura fra le parti verso di sé e fra le parti e 'l tutto
27. La bellezza è armonia: anche il vestire deve essere armonico
28. Fuggire vizi come lussuria, avarizia, crudeltà - ogni azione (vestire, portamento, camminata, parlata, stare a tavola, ecc.) deve essere armonica
29. Norme generali di comportamento
30. Ancora norme di comportamento
Tossire, starnutire sbadigliare; soffiarsi il naso con strepito e guardar nel fazzoletto. Sputare e fiutare vino e vivande; passarsi le stesso bicchiere o la stessa frutta. Non ungere dita o tovaglioli e per chiudere con la tavola: “i servidori non devono grattarsi il capo e tener ben le mani in vista e lavarle.
Ben vestire, secondo usanza del luogo. Non adagiarsi. Non voler esser avvantaggiati ne bizzarri o superbi. Amabili e non ritrosi o tenui e vezzosi.
Lo scopo dell'autore è di correggere i difetti più frequenti e formare delle doti da esercitare nella società.
Comento
Il galateo secondo me ora non esiste più….
by Lorraine
Mi ha colpito molto (anche se qui non è scritto ma io ho letto il manoscritto originale di Monsignor Della Casa) che prima di ogni coito fosse necessario per il galante corteggiatore indossare una maschera di legno che ritraesse nelle fattezze del naso le forme del suo virile strumento e che si presentasse a casa dei genitori della dama con codesta maschera legata da strani lacci che partivano direttamente dalle parti più intime del corpo e con i quali legava le mani del padre alle pudenda, di modo che questi potesste tastare di persona la consistenza degli attributi e rassicurarsi sulla funzione procreativa del futuro genero.
Ecco prof.: questo è quello che mi ha colpito di più!!!
Merit
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