venerdì, maggio 22, 2009

L'ETA' DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E DELL'IMPERIALISMO

Attraverso il manuale e i collegamenti che trovete qui sotto approfondite i diversi aspetti che caratterizzarono la società di quest'epoca.
Al termine della vostra ricerca lasciate un commento con la risposta alla seguente domanda:
QUALI SONO I CARATTERI STRUTTURALI DELLA NOSTRA SOCIETA' (XXI SEC.) CHE DERIVANO DALLA SOCIETA' DEL XIX SECOLO?

siti:il petrolio: http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo4d_03/Medio_Oriente/breve%20storia_2lev.htm

il paesaggio al tempo della seconda rivoluzione industriale: http://www.roberto-crosio.net/1_citta/CITTA_INDUSTRIALE.htm#ve

La fabbrica in Italia. Il modello industriale della Fiat: http://www.dse.unive.it/storia/sem06.htm

La belle époque: http://it.wikipedia.org/wiki/Belle_%C3%A9poque

L'imperialismo: http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/imperialismo/imperialismo.htm
http://www.silab.it/storia/?pageurl=32-xix-sec-imperialismo-e-colonialismo

http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_colonialismo_in_Africa

11 commenti:

Carlotta ha detto...

Dalla società del XIX secolo derivano le basi non solo della nostra tecnologia ma anche quelle della nostra società odierna.
Con la scoperta del petrolio, avvenuta verso la metà dell’800, si apre per la società una nuova era. L’era del carbone venne sormontata da quella del petrolio. Dai primi del 900 compare nella società un nuovo motore: quello a scoppio, il quale aumenta rapidamente la richiesta di questo “liquido” pregiato.
Dalla scoperta del petrolio a oggi le cose sono cambiate. Oggi, grazie a questa scoperta e con lo sfruttamento della risorsa petrolifica, possiamo vantare l’uso del motore a iniezione diretta.
E così nel 1899 nasce la Fiat, ovvero la “Società Anonima Fabbrica Italiana Automobili Torino”, la più grande fabbrica Italiana, la quale si dedicò da subito a motori e automobili.
Ma dal XIX secolo ad oggi non cambia solo l’economia ma anche le strutture degli edifici. Le industrie si ampliano per poter soddisfare le crescenti richieste di lavoro. Da allora le città mutano infatti dai vicini sobborghi la fabbrica ha gradualmente espulso ogni attività rurale. Se in principio attorno alle città regnava sovrana la campagna e tutti i mestieri propri di questo ambiente, nel XIX secolo la fabbrica spodesta la campagna e prende il suo posto. Oggi ancora una volta la campagna è spodestata e al di fuori della città abbiamo le zone industriali, ovvero zone ad alta concentrazione aziendale.

Anonimo ha detto...

LA CITTA’ INDUSTRIALE:
come è cambiato il paesaggio italiano e più in generale quello mondiale nel corso dei secoli? Basti pensare all’inquinamento che è aumentato scandalosamente nel corso degli ultimi anni…la causa sono le grandi fabbriche e il continuo uso del carbone.Questo caratterizza senza dubbio la rivoluzione industriale: è infatti la prima fonte di energia utilizzata per azionare i nuovi complessi. La crescita della sua produzione - che è di venti volte maggiore tra il 1850 e 1914 - è parallela all'accelerazione dell'industrializzazione. Importato dall'Inghilterra o dalla Germania il carbone è trasportato verso la capitale Parigi essenzialmente su battelli. Si spiega in tal modo la cura delle autorità francesi nello sviluppare nella seconda metà dell'Ottocento una rete di vie fluviali e di canali navigabili coerente con questi impieghi: Parigi ne è infatti il nodo centrale. Lo scaricatore (occupazione che cominciò a diffondersi soprattutto in Francia)fa parte dei lavori ancora numerosissimi che escludono l'utilizzo di strumenti necessari per la manutenzione, ancora legata alle antiche abitudini artigianali e contemporaneamente inserita nella nuova realtà industriale. L’utilizzo del carbone è stato al centro dell’attenzione in ogni campo…dalla cinematografia alla pittura. Lo stesso Monet dipinse su tela una fase di questa attività negli”scaricatori di carbone”, immortalandi il momento del trasporto dei carichi nella banliu parigina, precisamente presso il porto sulla Senna nel tratto che da Argenteuil va verso Parigi.Ne “Il portatore di carbone” di Gervex sullo sfondo si intravedono i battelli ed i camini delle fabbriche, segni dell'attività industriale nata il correlazione con la nascita dei porti fluviali. Le due tele ci mostrano le condizioni materiali di questa attività in cui la forza fisica è la prima qualità richiesta.Ecco brevemente riassunta l'importanza storica del carbone.
Un saluto
Elena C. 4 A

Anonimo ha detto...

Egregio professore Dal Bosco,
siamo Giulia Meneghini e Alessandra Bognin.
Analizzando l'età della seconda rivoluzione industriale comprendiamo come molti aspetti moderni sono frutti dei progressi avvenuti nel XIX secolo.
Ad esempio il petrolio, fondamentale oggi per la nostra esistenza, è stato scoperto in questo periodo. Grazie ad esso è stato creato il primo motore a scoppio, applicato in seguito ai veicoli; di questo periodo sono anche le prime industrie automobilistiche tra le quali, nata l'11 Luglio 1899, la Fiat.
Altre industrie sviluppatesi sono quelle metallurgiche, meccaniche e elettriche, nelle quali tutt'oggi moltissimi operai lavorano.
In questa grande catena di indutrie iniziò così a crearsi una società di consumatori comportando la creazione di grandi magazzini, vendite a domicilio...tutte cose di cui oggi non faremo a meno.
Si sviluppa, inoltre, la forma di pagamento rateale: attualmente molte persone che si trovano in difficoltà economiche si servono, di fronte agli acquisti importanti (casa, macchina,...), di questo tipo di pagamento.
L'uomo oltre a svilupparsi in campo industriale e lavorativo, progredì anche a livello fisico.
Un grande evento, a rappresentaza di ciò, fu la nascita delle Olimpiadi, giochi che raggruppano le diverse nazioni del mondo e che si svolgono ogni 4 anni in luoghi diversi.
Sempre in questo ambito, le palestre diventarono centro di raccoglimento e vennero fornite di tapis roulant e altri macchinari: per la vendita di questi prodotti si sviluppò la pubblicità, che riempiva e riempie ancora oggi, giornali e mura cittadine.
Infine, per quanto riguarda il trasporto pubblico, furono inventati i tram elettrici, utili a far spostare la gente da un luogo ad un altro senza particolari problemi e in breve tempo.
Razionalmente affermiamo che, seppur molto scettici nei confronti del passato, noi siamo figli dele scoperte avvenute a quel tempo, e ci rendiamo conto che senza esse molto probabilmente saremmo peggiori.
Arrivederci e grazie del materiale fornitoci...(con la sua inesauribile pazienza) ;)

Anonimo ha detto...

prof spero che vada bene!!

I caratteri della nostra società che derivano da quella del 19 secolo sono molteplici: uno dei più visibili e comprensibili da chiunque è l’impatto che la rivoluzione industriale ha avuto sul paesaggio. Prima della rivoluzione industriale non c’erano ciminiere che si slanciavano in cielo, ma in cinquant'anni molte zone in precedenza dedite all’agricoltura si sono trasformate in un paesaggio industriale di eccezionale densità; la concentrazione degli stabilimenti ha raggiunto qui un livello incredibile soprattutto in Inghilterra, nella zona metropolitana di Londra. Dai vicini sobborghi la fabbrica ha gradualmente espulso ogni attività rurale o le vecchie aree residenziali (castelli, residenze borghesi o villaggi ). Si sono create, invece, aree residenziali completamente nuove, costituite per lo più da agglomerati di baracche, abitate dagli operai e dalle loro famiglie. Queste zone, come è ovvio, disponevano di un livello di sanità praticamente nullo, tanto che le epidemie erano frequenti. Si assiste quindi a uno sviluppo incontrollato, esponenziale, del numero delle abitazioni, con il conseguente « travaso » di abitanti dalle campagne alle città.
Ivano 4A

Anonimo ha detto...

Il termine "imperialismo", è riferito a una conquista coloniale mondiale ed ovviamente per le classi egemoni dei paesi europei ha una valenza positiva: non a caso questo termine viene sempre accompagnato da atteggiamenti nazionalistici e razzistici, poiché ogni nazione capitalistica considera se stessa come autorizzata a imporre a tutte le altre il proprio stile di vita, la propria ideologia, la propria cultura. L'imperialismo marcia sempre di pari passo col nazionalismo, che divenne un movimento di massa, in quanto raccoglieva larghi consensi in molte classi sociali. Il petrolio è una delle cose che accomunano molto questi due secoli perché ancora adesso è molto conteso. Il paesaggio è molto cambiato ed è questa la cosa molto interessante perché si può notare la trasformazione che ha subito a causa dell’uomo. Non ci sono più le distese di prati, le campagne immense, la ferrovia….bensì città e centri commerciali, le fabbriche. Mi ha colpito molto il quadro del portatore di carbone del 1885 di H.Gervex che mi ha ricordato gli anni delle miniere del Novecento e di quei tempi in cui la vita era difficile.
Luisa 4A

Anonimo ha detto...

I caratteri strutturali derivano soprattutto dalla Belle Époque quel periodo storico di fine Ottocento durato trent’anni che precedono la prima guerra mondiale.
L’invenzione e i progressi della tecnica portarono benefici e determinarono un ottismo di fondo nelle possibilità delle persone.
Nacquero centri sociali importanti come i caffè ed i teatri. Il consumismo cominciò a prender piede con l’economia del mercato le città erano piene di manifesti pubblicitari, vetrine con merci di ogni tipo, centri commerciali.
Furono incrementate la vendita a domicilio e per corrispondenza, furono trovate nuove forme di pagamento, che rendeva accessibili ai meno abbienti una quantità prima impensabile di prodotti costosi.
Nel 1896 ebbero luogo le prime Olimpiadi, che da allora si svolsero ogni quattro anni. Politicamente ebbe grande impatto l’imperialismo verso il 1870-80, fu usato in Europa in riferimento a una conquista coloniale mondiale che comportava atteggiamenti nazionalistici e razzistici, poiché ogni nazione capitalistica considera se stessa come autorizzata a imporre a tutte le altre il proprio stile di vita, la propria ideologia, la propria cultura.

Beatrice Galiotto

Anonimo ha detto...

L ‘ imperialismo fu un fenomeno che avvenne verso il 1870-80, si trattò di una conquista coloniale mondiale. Questo termine viene sempre accompagnato da atteggiamenti nazionalistici e razzistici, poiché ogni nazione capitalistica considerava se stessa come autorizzata a imporre a tutte le altre il proprio stile di vita, la propria ideologia, la propria cultura. L'imperialismo provocò, inoltre, il fenomeno del nazionalismo, che divenne subito un movimento di massa, in quanto raccoglieva larghi consensi in molte classi sociali:tra gli aristocratici, tra i ceti borghesi o tra i ceti popolari, anche se meno consapevoli. Ma il nazionalismo non è del tutto un fenomeno negativo in quanto servì anche per combattare un paese che voleva imporsi a livello mondiale. L'esempio più classico è il pangermanesimo (l'unificazione di tutti i popoli di lingua tedesca in una grande Germania).Protagoniste dell'imperialismo sono: Francia, Inghilterra, Olanda, Belgio, Italia, Germania, Giappone, Stati Uniti e in parte la Russia zarista. Belgio: fu il primo a fondare una società per la conquista e per il commercio di alcuni territori in Africa. Inghilterra: Cecil Rhodes conquista tutti i territori nella strada che va da Città del Capo fino a Il Cairo. Francia: Aveva vasti possedimenti nell’Africa Occidentale e sulle coste del Mar Rosso con cui tentò, invano, di riunirsi. Germania: Arrivò per ultima nella corsa all’espansionismo coloniale, raccogliendo quello che era rimasto in Africa e qualcosa nell’estremo Oriente. Italia: Riuscì ad avere un pezzo della Somalia e l’Eritrea (definitivamente conquistate durante il fascismo). Anche la Libia che da tempo era sotto l’influsso italiano, grazie a una politica di infiltrazione da parte del Banco di Roma e che sarà poi conquistata sotto il governo Giolittiano.Stati Uniti: Attuarono un tipo differente di Imperialismo: infatti non badarono solamente all’espansione territoriale (acquisizione delle Hawai, delle Filippine e parte di Samoa), ma si preoccuparono soprattutto di espandere il proprio commercio, cercando di aprire nuovi sbocchi economici per le proprie industrie soprattutto in America Latina, in Messico e in Estremo Oriente.Giappone: Con lo sbarco delle truppe Giapponesi in Corea ebbe inizio un conflitto tra Giappone e Cina che si concluse rapidamente con la sconfitta di quest’ultima che dovette cedere Formosa, le Isole Pescadores e la penisola di Liao-Tung che però venne restituita alla Cina grazie all’intervento della Russia, che portò a tensioni tra questa e il Giappone, fino ad arrivare alla guerra del 1904-05. La fase dell'imperialismo si concluse negli anni '20 del secolo XX, cioè dopo la fine della I guerra mondiale, che porterà alla spartizione dell'impero ottomano tra le potenze europee.



Giulia C.

Anonimo ha detto...

se l'epoche storiche si ripetono ciclicamente, come vico e molti altri sostennero e tuttora sostengono, mi chiedo come si potrà verificare nuovamente una belle epoque, ora che il benessere é praticamente assicurato anche ai più poveri e tutto ciò che può essere scoperto dal punto di vista tecnico è superficiale e non strettamente utile.a mio parere sarà difficile che l' uomo possa di nuovo essere ottimista perche oramai non si accontenta più di nulla.

Anonimo ha detto...

parte 1:
Il petrolio viene scoperto soltanto verso la metà dell'800 e la sua richiesta rapidamente aumenta quando, agli inizi del '900, il motore a scoppio è applicato ai veicoli. L'avvento dell'automobile e quindi del petrolio ha spostato gli equilibri geopolitici mondiali. I giacimenti di petrolio si trovano in alcune aree - America settentrionale, centrale è meridionale, Paesi arabi, Sud-est asiatico, Russia - per lo più diverse da quelle in cui si trovano i grandi giacimenti di carbone.
Il primo pozzo petrolifero della storia venne scavato a Titusville, in Pennsylvania, il 27 agosto 1859.
E' in questo periodo che le grandi potenze cominciano a vedere l'Iraq e il Medio Oriente come un immenso giacimento petrolifero su cui mettere le mani: dopo la conferenza internazionale di San Remo, trovano un accordo per la spartizione delle ricchezze petrolifere irachene, già allora considerate di grande valore economico e strategico. L'Italia, però, è esclusa dall'accordo.
Durante la prima Guerra Mondiale si ha una svolta del corso delle vicende quando gli Stati Uniti adottano il carro-armato, alimentato a benzina. I Tedeschi, invece, utilizzano ancora il carbone per le navi, che però si muovono con minor autonomia in quanto si possono rifornire solo in patria. Gli storici dicono che si è trattato della vittoria del petrolio sul carbone.
Nel 1933 Hitler sale al potere in Germania capisce subito che la guerra richiederebbe un gigantesco impegno industriale anche per rendere autonoma la Germania dalle importazioni di alcune materie strategiche, fra cui il petrolio e la gomma.
Durante la seconda Guerra Mondiale (1939-1945) Hitler invade l'U.R.S.S. per garantirsi il petrolio della Romania, alleata alla Russia, e per impadronirsi dei pozzi di petrolio del Caucaso.
Sempre nello stesso anno ha inizio la Guerra Fredda segnata da tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica in Medio Oriente, dove si trovano le più grandi riserve di petrolio.
Nel Medio Oriente la storia del petrolio comincia negli ultimi decenni dell'Ottocento, con le contese fra tedeschi, russi e inglesi per ottenere concessioni per la ricerca di petrolio dai governi dell'impero Ottomano e della Persia: regioni nelle quali si conosceva già l'esistenza del petrolio liquido.

Anonimo ha detto...

parte 2:
All’inizi del periodo industriale tutte le abitazioni si trovavano vicino paesaggi marini e di porti,vicini alle stazioni e alle industrie.
Tra il decennio interessato( fine anni '30 ed inizio anni '40 dell'Ottocento ), gli altoforni e le fonderie della regione situata ai confini della Lorena, della Champagne e delle Ardenne sono, con gli stabilimenti del Berry e della Bourgogne, in testa alla produzione siderurgica in Fran

La fiat dal linguaggio a mirafiori e il modello americano.
Gli anni che vanno dal 1896 al 1914 furono fondamentali nel percorso di modernizzazione italiano poiché si verificò una forte accelerazione nello sviluppo industriale – sia pur con molti squilibri e battute d’arresto -, per la prima volta in settori capital intensive che sfruttavano le tecnologie della seconda rivoluzione industriale: metallurgia, meccanica, elettricità. Fra le poche grandi imprese nazionali un ruolo fondamentale è assunto dalla Fiat, la cui storia ha segnato lo sviluppo del capitalismo industriale italiano e complessivamente i tempi e i modi della crescita economica complessiva del paese .
La Fiat viene costituita l’11 luglio 1899 da un gruppo di aristocratici proprietari terrieri e dalla borghesia degli affari torinese entusiasti del nuovo mezzo di trasporto, l’automobile. Tuttavia a partire dagli anni Novanta il trend delle vendite si inverte, la società torinese perde la competitività nei confronti dei concorrenti continentali e ha delle difficoltà nell’essere presente in modo stabile nella domanda internazionale di autoveicoli.(In questo anni la Fiat cerca di prendere sotto di se altre industri di macchine non svelando come fa.)
La Belle Époque è un periodo storico, culturale e artistico che va dalla fine dell'Ottocento e si conclude una trentina d'anni dopo con lo scoppio della prima guerra mondiale.
L'espressione Belle Époque (L'epoca bella, I bei tempi) nacque in Francia prima della prima guerra mondiale per definire il periodo immediatamente anteriore ad essa (1871- 1914). Essa nasce in parte da una realtà storica (fu davvero un periodo di sviluppo, spensieratezza, fede nel progresso) e in parte da un sentimento di nostalgia. Il trauma della guerra aveva infatti portato a idealizzare la realtà.
Resta inteso che la Belle époque era tale solo per chi se la poteva permettere. Il progresso aveva infatti un prezzo: il benessere di alcuni si basava sul disagio di moltissimi altri; innanzitutto dei popoli colonizzati, secondariamente del proletariato operaio e contadino. Quest'ultimo tuttavia, soprattutto quello operaio, durante la Belle Époque cominciò a godere di qualche vantaggio, non solo grazie alle proprie durissime lotte, ma grazie anche alla logica stessa dell'economia del mercato. Molti lavoratori persero il lavoro proprio a causa delle lotte e degli scioperi per ottenere piccoli vantaggi, mentre altri venivano ancora sfruttati, insieme a donne e bambini.

Durante il periodo l'imperialismo i grandi stati europei canonizzarono gran parte dei territori Africani. Questo porto a uno sviluppo si territoriale in Africa, ma quando i colonialisti andarono via dalle nazioni colonizzate lascarono tanta povertà per avere sempre il pretesto di ritornare come dei salvatori.

Con l’arrivo seconda rivoluzione industriale le società europee e gli Stati uniti entrarono nel periodo della globalizzazione con grandi innovazioni tecnologiche e scientifiche.

Gli errori commessi nel passato,spesso ritornano anche nel presente,anche le nostre generazioni lottano spesso anche senza sapere perchè!!!!
by Lory

Anonimo ha detto...

Perche non:)